Arte, cultura e tradizioni

Neapolis, meraviglia archeologica

l'antica città di neapolis, vicina ad arbus e guspini, fu per secoli un fiorente centro commerciale prima di declinare all'inizio del medioevo. Oggi è una preziosa area archeologica, una testimonianza di come si viveva al tempo dell'impero romano

C’è stato un tempo in cui, a pochi chilometri da Arbus e Guspini, sorgeva una città tra le più importanti di Sardegna, fiorente nei commerci e fucina di guerrieri valorosi: Neapolis, in lingua sarda Nabui, che significa "città nuova”. L’insediamento urbano era situato sulla costa oristanese a circa sessanta miglia dall’odierna Isola di Sant’Antioco ed è attestato fin dal tardo Neolitico, sebbene uno sviluppo vero e proprio sia avvenuto solo nel periodo fenicio-punico.

Ebbe un’ulteriore espansione durante la dominazione romana, tanto da venire descritta da Plinio come uno dei più imponenti centri abitati sardi. Anche Tolomeo la cita nei suoi "Itinerari”, parlando delle vicine sorgenti delle Aquae Neapolitanae o Aquae Calidae Neapolitanorum, situate sulla strada che da Othoca conduceva a Caralis. Neapolis prosperò per tutta l’età antica divenendo anche sede episcopale negli ultimi secoli dell’impero, ma con l’espansione araba la sua fortuna andò scemando.

Fu riscoperta nell’Ottocento: i primi scavi vennero realizzati alla metà del secolo da Spano e Crespi, ma fu solo nel Novecento che grazie alla Soprintendenza alle Antichità si riuscì a svelare l’antica città. Oggi sono visibili alcuni edifici, resti di un acquedotto e una strada romana, nonché l’antica chiesa di Santa Maria di Nabui. 

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