Territorio

Le tradizioni di Arbus: i falò di Sant'Antonio e San Sebastiano

In molti paesi della Sardegna gennaio segna il ripetersi di feste a metà fra riti pagani e omaggi ai santi patroni. Arbus non fa eccezione, con il falò di San Sebastiano Martire Su Fogadoni, dedicato a Sant'Antonio Abate.

Su Fogadoni Secondo le leggende, i sardi devono ad Antonio la loro sopravvivenza. Fu proprio lui a donare il fuoco agli isolani, duramente provati da inverni freddi e umidi, rubandolo dall'Inferno e portandolo con sé con un bastone di ferula. Tornato sulla terra, agitò il bastone e scagliò scintille su tutta la Sardegna, dandole un clima più mite e terre più fertili. Arbus, così come i paesi di Arbatax e Buggerru, il 16 gennaio celebra questo mito con l'accensione di un falò all'interno dell'anfiteatro comunale, seguito dalla degustazione di bruschette, castagne e vino e la benedizione degli animali domestici, di cui sant'Antonio è il protettore.


Il falò di San Sebastiano Questo rito si ripete il 19 gennaio per il patrono di Arbus: San Sebastiano Martire. L'appuntamento nei rioni del paese per l'accensione dei falò rituali è fissato alle 19, dinanzi a grandi cataste di legna benedetta raccolte dagli stessi arburesi, divisi in squadre, dopo la processione per le vie del centro accompagnata dalla banda musicale e dalla messa. Davanti al fuoco ci si ritrova tutti per ballare e cantare, di fronte a un piatto di carne di capra e a un sostanzioso bicchiere di vino. Un rito dal sapore arcano, che da ufficialmente inizio ai festeggiamenti per il Carnevale.

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