Territorio

Il tesoro di Montevecchio: la collezione Castoldi

Gli uffici della miniera di Montevecchio nascondono un piccolo tesoro fatto di reperti archeologici, gioielli sardi, foto, disegni e pezzi d’antiquariato. Raccolti dalla fine dell'Ottocento dall'ingegner Alberto Castoldi, direttore generale negli anni d'oro del sito.


Una palazzina di lusso nel mezzo della miniera
Una visita guidata a Montevecchio, 10 chilometri a nord di Arbus, non può tralasciare la Palazzina della Direzione delle miniere, costruita in forme neorinascimentali intorno al 1870. Tre piani di uffici e ambienti di rappresentanza, fra cui spiccano la sala da biliardo, la sala da pranzo, la sala stile Impero e la sala Blu, un tempo riservata alle occasioni di gala. A pochi metri di distanza sorge l’ufficio geologico, aperto alla fine degli anni Quaranta come sede del servizio geologico minerario della Società: qui si trovano una raccolta di minerali estratti nelle miniere di Ingurtosu e Montevecchio e il museo Alberto e Giovanni Antonio Castoldi.

La collezione Castoldi Nelle teche della collezione, visitabile da luglio a settembre, sono ordinati tanti oggetti che raccontano la vita di Alberto Castoldi, il suo impegno politico (fu anche deputato), e il suo lavoro da direttore, grazie al quale la miniera di Montevecchio diventò la più grande del Regno d'Italia. Fra le chicche del museo ci sono alcuni gioielli tradizionali sardi e soprattutto amuleti contro il malocchio, come la sabeggia (in argento, ossidiana e corallo) e gli spuligadentes, palettine per la pulizia di denti e orecchie che anticamente venivano regalati alle future spose.

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