La miniera di Perda S'Oliu a Fluminimaggiore
la miniera di Perda S'Oliu a Fluminimaggiore è stata una delle principali fin dalla metà dell'Ottocento con i suoi giacimenti di nichel e di argento. Dopo essere stata di proprietà della Compagnia Generale delle Miniere di Genova, passò alla Società La Fluminese e ad altre fino alla chiiusura
Come nel resto della regione, anche nell’area di Arbus tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento ci fu uno sviluppo vorticoso dell’industria mineraria che determinò un’impennata demografica e profonde trasformazioni sociali: tra gli stabilimenti si distingue la miniera di Perda S’Oliu nella vicina Fluminimaggiore, ai piedi del Monte Linas.
La sua storia ebbe inizio nei primi decenni del XIX secolo, quando l'ingegner Real dichiarò di aver rinvenuto della clorargirite nella zona. Nel 1850 vennero avviate delle esplorazioni da parte della Compagnia Generale delle Miniere di Genova che condussero alla scoperta di un vasto giacimento mineralizzato di argento nativo e argentite: solamente tra il 1874 e il 1876 vennero estratte 142 tonnellate di minerali d’argento. Dopo pochi anni, però, la compagnia cessò l’atttività e la miniera di Perda S’Oliu subì numerosi cambiamenti di proprietà: nel 1884 subentrò la Società La Fluminese degli ingegneri L. Gouin ed E. Ferraris e dell’imprenditore cagliaritano Antico, nel 1890 la The United Mines Company, nel 1929 fu la volta della Pertusola che la affidò all’AMMI. In tale periodo vennero estratti anche nichel e cobalto, oltre all’argento.
Anche nel dopoguerra la situazione restò instabile: nel 1955 la concessione passò alla Società Monteponi-Montevecchio che la cedette nel 1969 alla Piombo-Zincifera Sarda e infine alla SAMIM nel 1982. Il destino della miniera era però segnato e, con la sua chiusura e con quella dei siti limitrofi, la popolazione del comprensorio calò drasticamente.