Enogastronomia

La favata, piatto povero ma non troppo

Le fave secche e la carne di maiale sono l'ingrediente principale di questa ricetta, tipica della festa di Carnevale ma ottima per riscaldare l'inverno sardo. Di origine contadina, questa sostanziosa zuppa è preparata in varie parti dell'isola con piccole varianti.

Gli ingredienti In quanto 'povero', questo piatto utilizza le parti meno nobili del maiale: testa, pancetta, cotenna, guanciale, piedi, muscolo, orecchie. Ma volendo si possono includere delle salsicce, meglio se sarde (aromatizzate al finocchietto), per un totale di 800 grammi circa. Poi occorrono un chilo di fave secche, che vanno lasciate a bagno per almeno 12 ore prima della cottura, e un cavolo a foglia. Per insaporire il tutto poi servono un po' di finocchio selvatico, prezzemolo, cipolla, pomodori secchi, estratto di pomodoro, sale e peperoncino.

La preparazione
Dopo aver fatto cuocere la carne di maiale per almeno un ora e mezza in una grande pentola d'acqua (non salata) aggiungere le fave ben sciacquate, e gli aromi, e far cuocere il tutto per altri 90 minuti. Quindici minuti prima della fine della cottura mettere il cavolo a foglie, e assicurarsi che si ammorbidisca prima di spegnere la fiamma. La zuppa va servita calda, magari con una fetta di pane carasau o casareccio ben tostato.

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