Territorio

Alla scoperta delle miniere di Arbus: Montevecchio

Arbus non vuol dire solo spiagge sterminate e mari cristallini. Il suo fascino, probabilmente, non sarebbe lo stesso senza i resti delle grandi archeologie minerarie che punteggiano il suo paesaggio. Come a Montevecchio.

Il Parco dell'Unesco
Distante solo 6 chilometri da Arbus, lungo la strada provinciale 65, la miniera di Montevecchio è stata una delle più produttive d'Europa. Con quasi 150 anni di storia ininterrotta, dal 1848 fino al 1991, che oggi prosegue grazie alla nascita del Parco geominerario del Sulcis-Iglesiente, istituito dall`Unesco nel 1997. Per visitarla tutta ci sono quattro percorsi tematici che si snodano fra le abitazioni dei minatori, la palazzina della Direzione delle miniere, con tanto di volte a crociera affrescate, le gallerie e i cantieri, ancora intatti.

Cosa vedere Fra i luoghi più suggestivi del sito di Montevecchio c'è il borgo minerario, dove spicca il contrasto fra le abitazioni degli operai e il lussuoso complesso della foresteria e gli alloggi dei dirigenti. La visita può continuare attraverso le officine meccaniche e le fonderie, fino al pozzo di Sant'Antonio, sormontato da una torre merlata in stile neogotico, e la sala argano della miniera Piccalinna. Qui si conserva una macchina di estrazione unica al mondo, che a fine Ottocento con 120 cavalli vapore permetteva l’estrazione di 20 metri cubi di materiale ogni ora.

La storia della miniera
La blenda e la galena, minerali da cui si ricavano rispettivamente lo zinco e il piombo, venivano estratti a Montevecchio già in epoca romana. Ma, intorno al 1850, don Giovanni Antonio Pischedda e l'avvocato Giovanni Antonio Sanna sono i primi a comprendere le reali potenzialità del sito e a promuovere lo sfruttamento industriale di questi giacimenti. Un'intuizione che negli anni crea circa 3mila posti di lavoro e una piccola città, con tanto di scuole, ospedale, chiesa, cinema-teatro e campi sportivi. Un piccolo boom economico per la zona di Arbus, Guspini e dintorni, specie tra il 1950 e il 1961. Poi la crisi, con licenziamenti, scioperi e proteste, fino alla chiusura definitiva nel 1991.

Nella foto: Parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna fonte wikipedia.it

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